Crisi filiere molisane, Petraroia: il Governo riconosca l'area di crisi

Al Tavolo ministeriale, il vicepresidente Petraroia ha posto la necessitą di un intervento straordinario
Al Tavolo ministeriale, il vicepresidente Petraroia ha posto la necessitą di un intervento straordinario

Nel corso del confronto svoltosi oggi al Ministero dello Sviluppo sulla vertenza  Ittierre, il vicepresidente della Giunta regionale, Michele Petraroia, ha rilanciato la proposta di coinvolgere il Governo nazionale, far dichiarare l'area di crisi nel Distretto produttivo Bojano-Isernia -Venafro, aprire una sede istituzionale di verifica a Palazzo Chigi e programmare misure straordinarie di intervento finalizzate alla reindustrializzazione del territorio e al riassorbimento delle 2 mila unitą lavorative espulse dalle filiere in crisi del tessile, dell'avicolo e del metalmeccanico.
 
Anche nell'ipotesi, al momento non definita e non definibile, che sulla vertenza Ittierre possa esserci uno sbocco industriale che assicuri un futuro allo stabilimento, ci si troverebbe al cospetto di una parziale riassunzione degli attuali addetti. D'altronde, se su un'area di 100 mila abitanti sono andati in crisi i tre poli produttivi pił importanti quali l'Ittierre, la filiera avicola ed il settore metalmeccanico e dell'indotto dell'auto, mettendo a repentaglio 2 mila posti di lavoro, č evidente che le conseguenze sociali che si determinano sono drammatiche e non risolvibili con gli strumenti ordinari.
 
Il Molise merita la stessa attenzione che Palazzo Chigi sta riconoscendo ad altre aree di crisi nazionali, va inserito in quel percorso specifico e vą sostenuto con un Contratto di sviluppo o un Accordo di Programma Quadro che incentivi gli investimenti e renda pił agevole la ripresa economica ed occupazionale.
 
«Al di fuori di questo contesto - ha dichiarato  Petraroia al Tavolo ministeriale permanente - l'auspicabile soluzione industriale della vertenza sarą una risposta necessaria ma non sufficiente a tutelare l'insieme dei lavoratori coinvolti, ai quali rimarranno solo gli ammortizzatori sociali».

 

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