Scomparsa Flaviano Iantomasi, Petraroia ricorda il sindaco delle lotte bracciantili: il Molise gli tributa affetto e stima

Flaviano Iantomasi. Sindaco di Santa Croce di Magliano, protagonista nell'occupazione del Feudo di Melanico
Flaviano Iantomasi. Sindaco di Santa Croce di Magliano, protagonista nell'occupazione del Feudo di Melanico

«Il 23 febbraio 2011 avevo manifestato con una nota, che conserva tutto il suo valore, attenzione e rispetto per i 100 anni di Flaviano Iantomasi, il sindaco di Santa Croce di Magliano che si schierò con i braccianti e li sostenne nella giusta lotta per la terra, il lavoro e per il diritto ad una vita dignitosa. Oggi, alla soglia dei 103 anni, sessant'anni dopo gli eventi che lo videro protagonista nell'occupazione del Feudo di Melanico con i compagni della Camera del Lavoro e della Federbraccianti, Flaviano ci ha lasciato con la stessa semplicità, onestà, sobrietà e concretezza a cui aveva improntato tutta la sua esistenza. 
 
Il suo esempio politico e sociale si iscrive nella migliore storia della sinistra meridionale che tracciò la strada del riscatto dei lavoratori dietro i passi di Giuseppe Di Vittorio, nato poco più giù a Cerignola e morto nel 1957, e di quelli di Nicola Crapsi, l'artigiano di Santa Croce di Magliano che diresse le lotte bracciantili del 1920 alla guida della CGIL, venne eletto sindaco nel 1922, rimosso dai fascisti per tornare dopo il 1945 a svolgere un ruolo guida nel PCI e nel sindacato molisano, fino ad essere il primo parlamentare comunista regionale.
 
Flaviano Iantomasi era una figura molto pragmatica, coi i piedi a terra, operativo e concreto, che lottava per obiettivi pratici finalizzati a migliorare le condizioni sociali dei contadini, dei braccianti e degli artigiani. Una figura essenziale che mal sopportava la propaganda fine a sé stessa e spronava all'impegno politico quale strumento per risolvere i problemi dei ceti sociali più deboli.
 
Raramente alzava la voce, preferiva ascoltare più che parlare, ma non volle farmi mancare il suo appoggio concreto ed il suo incoraggiamento in occasione delle primarie per la guida del partito e, successivamente, del centro-sinistra, spronandomi a proseguire sul sentiero tracciato dal movimento socialista ed operaio. 
 
Oggi che la politica è diventata spettacolo con l'immagine che si è sostituita alla sostanza, il suo esempio ci sarà d'aiuto per tenere sempre a mente che si amministra in nome del popolo e per il popolo, a partire dagli ultimi e da chi non ha voce. 
 
E, nel salutarlo per l'ultima volta, voglio ricordarlo con la fascia tricolore da sindaco comunista in quel lontano aprile del 1955 quando si frappose alla Polizia che stava per sparare sui braccianti in lotta.
Ciao Zi' Flaviano!!».
 
                                                                                  Michele Petraroia

 

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