Mezzogiorno, Iorio lo difende dall'accusa di "cialtroneria"gestionale

E denuncia: "Riequilibrio territoriale, solidarietà, pari opportunità economiche e finanziarie sono stati messi in soffitta"

Pescara. Un momento della Tavola rotonda, moderata dalla giornalista Maria Giovanna Maglie
Pescara. Un momento della Tavola rotonda, moderata dalla giornalista Maria Giovanna Maglie

Un intervento improntato alla preoccupazione, ma anche alla massima determinazione, quello che il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha fatto a Pescara nell'ambito della II Conferenza Nazionale dell'Associazione "la Discussione". Il tema della Tavola rotonda "Lo  Stato Sociale. Quali Riforme?" gli ha offerto l'opportunità di fare il punto sull'attuale dibattito politico e di  evidenziare come nei documenti di programmazione economico-finanziaria del Paese siano stati cancellati concetti quali riequilibrio territoriale, creazioni di eguali condizioni di partenza, solidarietà.

"Oggi - ha detto - si parla solo di «cialtroneria» gestionale, ovviamente quella del Sud, e di «virtuosismo» amministrativo, ovviamente quello del Nord. Sono Presidente di una Regione del Sud, il Molise, che, se si utilizzassero come parametri per misurare la «cialtroneria» i dati relativi alla capacità di spesa dei Fondi strutturali, non dovrebbe sentirsi offesa da questo epiteto poco elegante".
Iorio ha evidenziato, dati alla mano, come il Molise sia, per capacità di spesa, la prima regione del Mezzogiorno e tra le primissime in Italia, anche se ciò non toglie che il problema della non parità di condizioni del Sud Italia rispetto al Nord esista, e che tale disparità non venga certamente affrontata dalla Manovra finanziaria del Governo, e meno ancora  tenuta in considerazione nella relazione sul Federalismo fiscale.

"Certo - ha precisato - ci sono regioni che hanno registrato ritardi nella spesa dei fondi a disposizione, ma molte volte ci si è trovati, e questo lo dico anche come Vice Presidente della Conferenza delle Regioni, di fronte a tanti contenziosi per la realizzazione di opere pubbliche con Ministeri e Uffici dello Stato. Sicuramente occorre l'assunzione di responsabilità, e le regioni sono pronte a farlo, ma non si può imputare la storica problematica di una mancata crescita solo a chi ha governato il Sud negli anni perché non è riuscito a spendere, per mille motivazioni, alcune risorse disponibili".

Un ragionamento questo, che il Presidente ha definito miope, non del tutto veritiero e, per alcuni versi, offensivo. Insomma, la sola ricerca del virtuosismo, che  si vuole erroneamente far coincidere sempre e comunque con le metodologie gestionali e la classe di governo del Nord, non può e non deve essere l'unica ricetta per risolvere i problemi dell'Italia.

"Non si può accettare - ha osservato Iorio -  di essere definiti virtuosi se si governano territori con infrastrutture, con una classe imprenditoriale che crea reddito e occupazione, con vicinanze geografiche importanti e con una forza contrattuale altrettanto decisa; mentre ci si deve arrendere all'essere ritenuti «cialtroni» o regioni «canaglia» se si opera su un territorio con problemi di crescita storici, senza infrastrutture materiali e immateriali sufficienti, con una situazione sociale e demografica particolarmente difficile e con una marginalità rilevante rispetto alle politiche di sviluppo del resto del Paese e, quindi, dell'Europa. Da uomo del Sud, e da Presidente di una realtà regionale, non posso che non vedere, in questo ridondante richiamo al virtuosismo, un pericoloso grimaldello contro il Mezzogiorno ed una forma di giustificazione preventiva del non volere, non solo risolvere, ma neanche tentare di affrontare le problematiche di queste aree".

 

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