Piani di Gestione Siti Natura 2000

Situazione attuale dei siti in Molise
Situazione attuale dei siti in Molise

Si è parlato del Progetto per la redazione dei Piani di Gestione dei Siti Natura 200, di linee guida e rete ecologica, di processo partecipativo, di criticità e strumenti di pianificazione nel corso del summary che si è svolto nella mattinata di ieri, 1° febbraio,  presso l'Aula Centro Servizi Culturali "G.A. Colozza"  dell'Università degli Studi di Campobasso. L'iniziativa, che  rientra nel Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, ha coinvolto Regione Molise, Unimol, Società Botanica Italiana, Forestlab Centre, Unione Europea.

Le Direttive "Habitat" (92/43/CEE) ed "Uccelli" (79/409/CEE) rappresentano lo strumento più diretto e aggiornato dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità e, in particolar modo, degli habitat e delle specie animali e vegetali di maggiore rilevanza conservazionistica a scala continentale. Tali direttive promuovono un nuovo approccio volto ad individuare azioni che consentono l'uso del territorio e la valorizzazione delle risorse in una logica di sviluppo sostenibile e di mantenimento vitale degli ecosistemi attraverso la creazione di un sistema di siti riconosciuti come "speciali" per la conservazione e la tutela della biodiversità.

Al fine della conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali di importanza comunitaria, le direttive sopra citate, stabiliscono come strumento fondamentale la costituzione di una rete ecologica di valenza europea denominata "Natura 2000".
Secondo quanto previsto dalla Direttiva "Habitat", infatti, ogni Sito Natura 2000 deve essere parte integrante di un sistema di aree individuate per garantire a livello europeo la presenza e la distribuzione degli habitat e delle specie considerate di particolare valore e la sua gestione deve tenere in considerazione la propria collocazione nel quadro della rete.

Le Rete Natura 2000 in Molise è costituita da 13 Zone di Protezione Speciale e 85 Siti d'Importanza Comunitaria, per una superficie complessiva di circa 120.500 ettari, pari al 27,4% del territorio regionale. Secondo le intenzioni dell'Unione Europea, il completamento della Rete Natura 2000
dovrebbe garantire a tutti gli habitat ed alle specie, animali e vegetali, uno stato di conservazione favorevole, tramite una sufficiente rappresentazione di tutte le tipologie ambientali, e un'elevata interconnessione ecologica tra i vari siti.

Attualmente gli strumenti di pianificazione urbanistico-territoriale convenzionali, non sempre garantiscono l'integrazione, al loro interno, degli obiettivi ambientali di conservazione della biodiversità.

Per questo motivo, sono necessarie delle "Linee Guida" regionali, compatibili con quelle nazionali e comunitarie, che hanno valenza di supporto tecnico-normativo alla elaborazione di appropriate misure di conservazione, funzionali e strutturali, tra cui i Piani di gestione, per i siti della Rete Natura 2000.

 
Nel Molise ci sono 13 zone di protezione speciale e 85 siti d'importanza comunitaria
Nel Molise ci sono 13 zone di protezione speciale e 85 siti d'importanza comunitaria

Nel Molise ci sono 13 Zone di Protezione Speciale e 85 Siti d'Importanza Comunitaria.
La gestione di questi siti deve rispondere ad un unico obbligo, ossia quello di perseguire tutte le possibili e ragionevoli iniziative di salvaguardia per prevenire il degrado e conservare l'efficienza e la funzionalità ecologica dell'habitat o delle specie per le quali il sito è stato individuato.
 
Per tutti i Siti Natura 2000 dovrà essere predisposta una forma di gestione, così come previsto dall'articolo 6 della Direttiva "Habitat". Ove non esistano strumenti idonei di gestione istituzionali per quell'area i Siti Natura 2000 dovranno dotarsi di un Piano di Gestione (PdG). Il PdG, pur non costituendo un obbligo per tutti i Siti, rappresenta un'opportunità per pianificare adeguatamente gli interventi da realizzare, in un'ottica non solo di tutela, ma anche di valorizzazione della biodiversità. Esso si configura come uno strumento totalmente diverso dal Piano di Assetto di un Parco (sensu 394/91). Non fa scattare "automaticamente" divieti o norme di "salvaguardia predefinite" quali ad es. il"divieto di caccia" o il "divieto ad edificare", ma obbliga esclusivamente al mantenimento in uno stato di conservazione adeguato degli habitat e delle specie per cui il sito è stato individuato.

Il Piano di Gestione è uno strumento operativo che disciplina gli usi del territorio al fine di renderli compatibili con la presenza in condizioni ottimali degli habitat e delle specie che hanno determinato l'individuazione del SIC e/o di una ZPS ed individua le azioni e gli interventi di conservazione necessari al loro mantenimento e/o ripristino.

Per poter efficacemente svolgere il proprio compito il Piano dovrà essere:
- condiviso con le comunità locali e realizzato attraverso un processo partecipato;
- fondato su un rigoroso quadro conoscitivo di dati ambientali integrato in un
  Sistema Informativo Territoriale comprendente gli aspetti socio-economici;
- specificamente dettagliato circa le misure di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitarie presenti nel Sito.
La giornata rappresenta l'attivazione del processo partecipativo che costituisce il "motore" per
la realizzazione del Piano di Gestione e consente di integrare la "scala delle priorità", emerse dalle analisi ambientali, con le "disponibilità e opportunità" reali esistenti sul territorio.

Il processo partecipativo riguarderà la sensibilizzazione e divulgazione degli obiettivi e delle opportunità offerte dal progetto e sarà rivolto alle comunità locali e ai soggetti portatori di interesse (amministrazioni, associazioni di categoria, enti parco, consorzi irrigui e di bonifica, enti locali, associazioni ambientaliste, associazioni culturali ecc.). Questa azione ha lo scopo di tessere una rete di consensi e collaborazioni al fine di redigere e condividere la rete di pianificazione integrata con i contributi di tutte le possibili componenti di interesse.

Non meno importante sarà il coinvolgimento dei soggetti interessati dall'attivazione delle azioni di tutela che il PdG potrà presentare (agricoltori, ditte boschive, allevatori, artigiani, industriali, cittadini ecc.). Tali soggetti, con le loro critiche, con il loro "sapere" e "parere", rappresentano un patrimonio unico per ampliare la conoscenza dei problemi ambientali e delle risorse culturali del territorio. L'ampliamento del processo partecipativo ad un livello non istituzionale consente di far crescere la "biodiversità culturale", la consapevolezza delle risorse e delle potenzialità di una comunità e quindi le opportunità di azione a partire dalla pratica di comportamenti ecosostenibili nei vari ambiti.

 
 

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