Iorio sul nuovo Piano sanitario

Iorio:  «L'integrazione fra Cardarelli e Fondazione Giovanni Paolo II è per ora solo un'ipotesi che prevede di mantenere distinte le identità pubbliche e private delle due Strutture, la loro gestione e il rapporto giuridico dei rispettivi dipendenti»
Iorio: «L'integrazione fra Cardarelli e Fondazione Giovanni Paolo II è per ora solo un'ipotesi che prevede di mantenere distinte le identità pubbliche e private delle due Strutture, la loro gestione e il rapporto giuridico dei rispettivi dipendenti»

«Intendo lavorare per poter arrivare a presentare entro il 15 aprile, nella veste di Commissario ad acta, un Piano sanitario condiviso e sostenuto dall'intero Consiglio Regionale. La bozza di Proposta inviata ai Consiglieri regionali e messa a punto dalla Struttura commissariale ha un'impostazione generale condivisibile che però necessita ancora di alcuni approfondimenti che possiamo e dobbiamo fare insieme».

Lo ha detto il Presidente della Regione, Michele Iorio, intervenendo in audizione nella IV Commissione Consiliare sulle problematiche della sanità, la strutturazione del Servizio e il nuovo Piano sanitario.

«Va innanzitutto ricordato - ha evidenziato il Presidente -  che ci accingiamo a varare questo Piano nel mentre a livello nazionale stiamo discutendo il nuovo Patto sulla Salute. Patto che al momento non vede definite le basi finanziare che lo sosterranno per i prossimi anni. Come Regioni, abbiamo già detto che se si dovessero attuare le anticipazioni trapelate circa il taglio di 8 miliardi sul Fondo nazionale, tutti ci troveremmo nelle condizioni di avere grosse difficoltà nella garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza. E, quindi, ci troveremmo davanti alla necessità o di cambiare le previsioni dei LEA o di modificare la compartecipazione al sostegno dei vari servizi. Ad ogni modo, riteniamo che questi tagli siano fuori luogo, perché sicuramente ci sono sacche di costi poco fruttuose da ridurre, ma certamente la domanda di sanità è sicuramente cresciuta e il bisogno della popolazione di alcuni servizi è aumentata.
 
Tanto premesso va detto che il Piano su cui ragioniamo fissa e ribadisce alcune impostazioni da noi già prese, e che riconfermiamo, riguardanti la creazione di tre aree riferenti ad altrettanti presidi sanitari quali Campobasso, Termoli-Larino, Isernia-Venafro-Agnone. All'interno di questa strutturazione vi è una scelta chiara circa la messa in atto di attività chirurgiche negli ospedali di Campobasso, Termoli e Isernia. Per le strutture di Larino e Venafro vi è una scelta nella specializzazione di offerte sanitarie particolari e che già vedono un'evidente vocazione nel campo della medicina, della riabilitazione, dell'RSA e della lungo degenza. Ovviamente, a queste verranno aggiunte altre iniziative di prestazioni di servizi che attualmente non sono presenti nel Sistema sanitario regionale, ma che sono necessarie al territorio e alla popolazione. Per quanto riguarda Agnone ribadiamo l'idea del mantenimento, per la speciale condizione territoriale, di un "ospedale di montagna" che possa dare alcuni servizi anche ad acuti e che possa essere punto di riferimento sia per l'Alto Molise che per alcuni comuni dell'Abruzzo. Per quanto riguarda le strutture di qualità private presenti sul territorio, dobbiamo provvedere a fare delle scelte che vadano nella direzione di una sempre maggiore integrazione con le strutture pubbliche per eliminare inutili e costose duplicazioni e per qualificare sempre più l'offerta ai cittadini.
 
Si legge in questa visione lo studio che stiamo approfondendo di un'integrazione tra Cardarelli e Centro Giovanni Paolo II della Cattolica. Un'integrazione che, ripeto, è per ora solo un'ipotesi, e che manterrà distinte le identità pubbliche e private delle due Strutture, la loro gestione e il rapporto giuridico dei rispettivi dipendenti. Si tratta, ad ogni modo, semplicemente di un'ipotesi che valuteremo insieme al Consiglio regionale e che renderemo, se condivisa, operativa. Tale ipotesi è indirizzata ad utilizzare al meglio ogni risorsa professionale, strutturale e finanziaria per alcune tipologie di prestazioni o reparti. Come pure si sta anche studiando la possibilità del trasferimento nei locali della Cattolica di alcuni reparti del Cardarelli, che ora, purtroppo, sono ospitati in un immobile che dimostra evidenti necessità di una completa revisione strutturale. Una revisione molto costosa e difficile da realizzare ad ospedale aperto.
 
In futuro, quindi, si potrebbe prevedere, in conseguenza di questo trasferimento, la costruzione, nei pressi del Centro Giovanni Paolo II della Cattolica, di una nuova struttura che potrebbe ospitare altri reparti del Cardarelli. Sono, evidentemente, prive di fondamento tutte le illazioni e le speculazioni politiche circa la volontà di chiudere, ridimensionare e mortificare le professionalità del Cardarelli che è, e sarà, ospedale a caratura regionale e universitario, così come abbiamo deciso. Stesso discorso di integrazione di funzionalità può essere applicato alla Neuromed e ai servizi neurologici prestati dalle strutture pubbliche. È bene comprendere che c'è bisogno di una corresponsabilità di tutte le forze politiche per compiere delle scelte che vadano nella direzione di una riorganizzazione della rete ospedaliera, di servizi sul territorio e della ideazione di nuove offerte che soddisfino le esigenze della popolazione molisana.
 
Sono nati tanti comitati, che hanno prodotto proteste e slogan ad effetto, ma sono convinto che c'è nei molisani la voglia di vedere un effettivo cambiamento del Sistema sanitario regionale che non sia la mera conservazione dell'esistente, ma l'organizzazione di un servizio che dia a tutti i cittadini la possibilità di essere curati con tempestività, qualità e appropriatezza nella propria regione. Mi auguro, per questo, che la Commissione competente e il Consiglio regionale vorranno riunirsi più volte e in via straordinaria per giungere entro il 15 aprile alla messa a punto di un Piano concertato che io possa firmare e trasmettere al Governo nella mia funzione di Commissario, ma anche di Presidente e massimo rappresentante del Molise».

 

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