Tragedia Scuola Jovine, il messaggio di Iorio

Iorio. Ha invitato tutte le scuole e le istituzioni di ogni ordine e grado molisane ad ossevare un minuto di silenzio alle ore 11.30 di oggi
Iorio. Ha invitato tutte le scuole e le istituzioni di ogni ordine e grado molisane ad ossevare un minuto di silenzio alle ore 11.30 di oggi

«"V'hanno momenti nella vita, la cui rimembranza, sebben lontana, continua a vivere ed ingigantirsi per così dire nella memoria, e per quanto strani siano gli eventi della vita, quella rimembranza conserva il posto che vi ha preso".
 
Così un padre della Patria, Giuseppe Garibaldi, in le "Memorie". Quello di oggi è, appunto, un tributo alla memoria dei singoli e a quella di tutti di un fatto che ha sconvolto la vita di genitori, fratelli, mariti, figli, ma anche di concittadini o, più semplicemente, spettatori del grande villaggio globale creato dai mezzi di comunicazione che raccontarono quell'evento con lunghe dirette ed appassionati servizi giornalistici. Sono trascorsi 10 anni da quel tragico 31 ottobre del 2002, quando la Jovine crollò e privò di un futuro in questo mondo 27 bambini e la loro maestra. Tutti fummo segnati per sempre da quelle immagini.
 
Da quel momento, la vita di ciascuno cambiò e il dolore dei congiunti divenne anche il nostro, tracimando e propagandandosi in chi si sentì ad un tratto compartecipe di quella disperazione. Il dovere della memoria per chi resta è anche il mezzo, come qualcuno dice, per riflettere l'immagine di chi abbiamo perso. Oggi, dunque, con questa memoria ricordiamo, meglio, rivediamo quei 27 bambini e la loro insegnante. Ancora una volta giuriamo di voler lavorare, ciascuno per le nostre piccole e grandi responsabilità, per far sì che ciò non abbia più a ripetersi. Ci impegniamo ancora una volta affinché quel sacrificio non sia stato inutile.

Pesa quella domanda, rivolta a tutti dal figlio della maestra Ciniglio, nel corso di una trasmissione televisiva, che chiedeva che cosa è cambiato dal quel 31 ottobre 2002, cosa è davvero mutato rispetto alla sicurezza nelle scuole. Una domanda giusta a cui si può dare parziale risposta, perché ciascuno può dar conto di quanto ha potuto fare in questi anni. Certo, abbiamo pianto ancora gli studenti di L'Aquila, o i lavoratori dell'Emilia Romagna periti in un terremoto. Ancora si è parlato di quanto non fatto. Molto si poteva e si doveva ancora fare. Nel piccolo questa terra, il Molise, ha saputo avviare un programma che ha visto rendere sicure, dal punto di vista sismico, praticamente tutte le scuole della regione. Una scelta compiuta con responsabilità da una classe politica che non ha indugiato nel destinare tutti i fondi disponibili, magari levandoli da altri progetti, per far sì che le scuole fossero un luogo di protezione dei bambini e di chi vi lavora. C'è ancora da fare, inutile dirlo, ma forse la terra natale di quei 27 bambini e di quella maestra li ha saputi onorare attivando le più idonee iniziative per scongiurare il ripetersi di quella tragedia, quantomeno nei modi e nelle forme in cui essa si generò. Se oggi, dunque, il Molise è la regione d'Italia con il più alto numero di scuole sicure, lo si deve a quel sacrifico di quegli innocenti. Magra consolazione, ma purtroppo questo è il Paese in cui tante tragedie restano senza seguito.

Concludo invitando oggi, alle ore 11.30, tutte le scuole e le istituzioni di ogni ordine e grado, sia pubbliche che private, a ricordare con un minuto di silenzio questo momento, a tributare rispetto e onore a quei ragazzi ed alla loro insegnante. Per loro evitiamo la nenia delle polemiche, dei dibattiti interminabili su cosa si è fatto e su cosa si doveva fare, abbandoniamo le contrapposizioni. Siamo uniti nel vivere un dolore che è di ogni molisano».

 

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