Sistema Sanitario Regionale, la ricetta Di Sandro

Di Sandro: «Il Tavolo tecnico nazionale troppo spesso assume un atteggiamento di mera censura rispetto a tutte le soluzioni prospettate dai vertici regionali, impedendo, di fatto, l'accesso ai fondi spettanti alla Regione»
Di Sandro: «Il Tavolo tecnico nazionale troppo spesso assume un atteggiamento di mera censura rispetto a tutte le soluzioni prospettate dai vertici regionali, impedendo, di fatto, l'accesso ai fondi spettanti alla Regione»

Cancellazione della Provincia di Isernia, diminuzione del numero delle Prefetture e, in generale, degli Organismi periferici, contrazione delle Autonomie scolastiche, continui e stringenti tagli al Servizio Sanitario Regionale, già pesantemente provato da anni di commissariamento.
Per l'Assessore regionale alla Sanità, Filoteo Di Sandro, i tagli avranno un impatto fortemente negativo sulla già fragile economia del territorio, senza considerare i forti disagi che i molisani saranno costretti a subire, e se si seguirà questo percorso, si raggiungerà, facilmente, l'obiettivo della scomparsa della Regione.
Di Sandro è intervenuto sulla questione, a sostegno di quanto dichiarato dal Presidente Iorio, soffermandosi, in modo particolare, sugli aspetti legati al sistema sanitario.

«La nostra regione - ha detto - sta attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia; questo non solo per la complessa situazione economica italiana ed europea, che costringe ogni giorno cittadini ed Istituzioni a scelte difficili da assumere e da affrontare, ma anche perché, a fronte di una siffatta problematica, non riesce a trovare interlocutori centrali disposti a comprenderne le ragioni ed ad individuare una scelta di compromesso. Mi riferisco, nello specifico, alla difficile e dibattuta questione del Sistema Sanitario Regionale. Abbiamo vissuto, in passato, momenti in cui si sono effettuate scelte, basate sulla valutazione delle effettive necessità della popolazione e delle specificità del territorio, che, però, con il tempo e la crisi che ci ha colpito, si sono dimostrate insostenibili, poi, da un punto di vista economico per una Regione tanto piccola come il Molise. Questo non è avvenuto solo nella nostra realtà, ma anche in altre Regioni italiane ed ha dato luogo alla sottoscrizione di Piani di Rientro dal deficit ed a successivi Commissariamenti (per il Molise nel 2007). Da allora ad oggi, però, molte cose sono cambiate, a cominciare dal lavoro costante e continuo sia della struttura Regionale che dell'ASReM, tanto che si può auspicare una riduzione del disavanzo sanitario dai meno 80 milioni di euro ai meno 25 (cifra stimata per il 2012); è cambiato il modo di approcciare i problemi e le necessità che, di volta in volta, si configurano e siamo stati in grado di creare un gruppo di professionisti seri e validi e di impegnarli in strutture che hanno altrettanta dignità».

«Certo - ha detto ancora l'Assessore -  c'è ancora molto da lavorare, ma, a fronte dell'impegno profuso, mi vedo costretto a sottolineare alcune gravi ingerenze negative che rischiano di minare il lavoro fin qui svolto ed addirittura di peggiorare la situazione regionale. Non mi riferisco solo ad una certa campagna di informazione che tende ad esaltare alcuni aspetti negativi su cui, peraltro, si cerca comunque di intervenire, ma, piuttosto, agli attori che sono chiamati, assieme ai vertici regionali, a decidere delle sorti della nostra Regione, spesso in maniera determinante. Sto parlando del Tavolo tecnico nazionale, composto dai rappresentanti dei Ministeri dell'Economia e della Sanità, chiamato ad affiancare la Regione nella corretta attuazione del Piano di Rientro dal deficit, ma che spesso - troppo spesso - assume un atteggiamento di mera censura rispetto a tutte le soluzioni prospettate in quella sede dei vertici regionali impedendo, di fatto, l'accesso ai fondi spettanti alla Regione (come ad esempio i FAS o quelli relativi alla premialità) e "strozzando" il Sistema Sanitario Regionale. Basti pensare che i Tavoli romani continuano ad impedirci l'utilizzo di circa  200 milioni  di euro che potrebbero permetterci di ridurre, in maniera determinante, il tempo di attesa relativo al pagamento dei nostri fornitori (ad oggi giunto a circa 1000 giorni). Questo atteggiamento di diffidenza che emerge in sede di valutazione presso i Tavoli tecnici romani è avvalorato anche dal comportamento della Struttura commissariale e subcommissariale che opera nella nostra Regione senza tenere minimamente conto del dovere del giusto raccordo con la StrutturarRegionale, con la Direzione generale e con gli Organi istituzionali (Assessore, Giunta e Consiglio regionale). Costantemente, infatti, Commissario e Subcommissario, sebbene nell'esercizio dei poteri che la legge attribuisce loro, assumono decisioni fondamentali per la cittadinanza senza tenere in minimo conto la necessità della "leale collaborazione" tra le parti, senza ascoltare le proposte - numerose e valide - che giungono dalle Strutture regionali, ignorando completamente le necessità del territorio. Stesso dicasi per l'Advisor (indicato dal Ministero dell'Economia) che opera da anni nella Regione e che grava sui nostri conti per circa  1 milione  di euro per anno: KPMG.
 
Questa società dovrebbe, infatti, supervisionare i dati relativi al Sistema Sanitario Regionale, e prospettare delle soluzioni rispetto alle criticità rilevate; nei fatti, quest'ultimo aspetto è nullo.  Se a questo quadro a dir poco asfissiante si aggiunge il colpo di grazia inferto dal Governo Monti in campo sanitario la scena è dipinta: il Sistema Sanitario Regionale, in base al nuovo regolamento sugli standard qualitativi strutturali tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera (che prevede l'istituzione di ospedali - DEA II livello -  con bacini di utenza che vanno da 600.000 a 1.200.000 abitanti) sarà cancellato, spazzato via solo perché demograficamente non siamo né saremo mai in grado di rientrare tra i parametri fissati. A questo punto mi chiedo: come potrà il nostro Molise sopravvivere in una situazione del genere? Ci tagliano le Istituzioni territoriali, soffocano i piccoli Comuni, distruggono le nostre realtà scolastiche, ci privano di servizi essenziali, cancellano il nostro sistema sanitario ed il nostro welfare. Non è una questione di appartenenza politica, è in gioco la nostra autonomia, è in gioco il futuro nostro e dei nostri figli».

«Le Istituzioni della Regione  - ha evidenziato Di Sandro -devono essere ascoltate; chiediamo che il lavoro portato avanti in quest'anno, assieme alle Strutture regionali possa essere valutato e, laddove necessario, inserito nella Programmazione regionale; chiediamo che non si effettuino valutazioni dettate esclusivamente da pregiudizi o da elementi di natura meramente numerica. Ad esempio, potrebbe considerarsi una diversa organizzazione ospedaliera del Sistema sanitario basata su una struttura ospedaliera principale (DEA II livello) presso l'Ospedale Cardarelli - Fondazione Giovanni Paolo II, due ospedali di I livello, ubicati ad Isernia e Termoli (cui sono collegate rispettivamente le Strutture di Venafro e Larino) ed un ospedale di montagna (Agnone) con 55 posti letto distinti in un'area medica, una chirurgica ed una dei servizi. A quest'organizzazione andrebbe, ovviamente, collegato il potenziamento dell'assistenza territoriale attraverso la valorizzazione dei distretti e delle eccellenze presenti nel privato. Tutto questo sarebbe possibile se ci fosse maggiore collaborazione, se i Commissari dialogassero con le Istituzioni e condividessero le loro scelte ed i criteri che le hanno dettate, ma, al momento, purtroppo non accade».

 

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