Piano sanitario regionale, critico Di Sandro

Di Sandro: «Il provvedimento è un colpo mortale per la sanità pubblica»
Di Sandro: «Il provvedimento è un colpo mortale per la sanità pubblica»

Il Commissario alla Sanità Basso ha completato, nella giornata di ieri, il Piano sanitario regionale, procedendo, successivamente, all'invio dello stesso ai Ministeri nella serata di ieri. Il documento contiene le indicazioni relative alla Programmazione sanitaria regionale dei prossimi anni. Particolarmente rilevante l'intervento relativo alla definizione della Rete ospedaliera, rispetto alla quale sono stati effettuati sostanziali tagli alle strutture pubbliche, prevedendo una dotazione complessiva di posti letto, sull'intero territorio, pari a 1180, dei quali 730 negli ospedali pubblici e 450 nelle strutture private; in sostanza, è stato effettuato un taglio pari al 62% dei posti letti pubblici ed al 38% di quelli nel privato. Molto critico sul punto l'Assessore regionale alla Sanità, Filoteo Di Sandro.

«Dopo una lunga attesa - dice Di Sandro -  il Commissario ha completato il Piano sanitario regionale e lo ha fatto ignorando completamente  l'opportuno dovere di leale collaborazione e di condivisione delle scelte di programmazione con le Istituzioni regionali. Ha ritenuto, al contrario, opportuno inviare il documento direttamente ai Ministeri affiancanti (Ministero della Sanità e dell'Economia), senza  fornire alcun tipo di informazione né al Presidente della Giunta, nonché Commissario ad acta, né all'Assessore alla Sanità, né al Consiglio regionale.

Ancora una volta le Istituzioni regionali, rappresentative dei molisani e chiamate a tutelarne interessi e necessità, sono state ignorate dal Commissario alla Sanità, un tecnico che dimostra di non avere alcun tipo di interesse verso i nostri cittadini ed i loro rappresentati, dichiarando sempre di fare riferimento alle sole indicazioni ministeriali. L'assenza di qualsivoglia tipo di confronto o di collaborazione, che pure - ricordiamolo - rappresenta uno dei principi costituzionali più importanti nonostante la diversità di ruoli ricoperti, si sarebbe anche potuta accantonare se il documento fosse stato ritenuto strategicamente valido e socialmente apprezzabile, ma non è affatto così».

«Spiace dover ammettere - fa notare l'Assessore - che, dal punto di vista contenutistico il Piano sanitario regionale non è assolutamente condivisibile e le scelte di programmazione inserite nel documento non sono sostanzialmente appropriate per la nostra Regione, in ragione delle peculiarità del territorio, della tipologia di popolazione prevalentemente anziana, della nostra economia.  Mi riferisco in particolare ad uno dei nodi cruciali  per il Sistema sanitario regionale: la rete di assistenza ospedaliera. Gli ospedali pubblici subirebbero, secondo quanto indicato nel nuovo Piano, un drastico taglio; si assisterebbe, infatti, al totale svuotamento delle Strutture di Venafro e Larino, dove verrebbero conservati solo pochi posti della riabilitazione, mentre gli ospedali di Isernia e Termoli sarebbero privati di molte discipline con un numero di posti letto riconosciuti sostanzialmente inadeguato rispetto al fabbisogno territoriale. Il Presidio di Agnone, strategico per la popolazione dell'Alto Molise, verrebbe ridotto in maniera sostanziale a soli 10 posti letto di medicina e 20 di lungodegenza pur con la definizione di "Presidio Ospedaliero di zona disagiata"».

«A fronte di un intervento di tale peso sulle strutture pubbliche - prosegue Di Sandro - i tagli ai privati sono del tutto residuali. Si rileva, inoltre, che rispetto all'assistenza sul territorio verrebbero ridotte le sedi della continuità assistenziale (medici di guardia), con conseguenti difficoltà di assistenza  specialmente nei Comuni più piccoli e distanti dai grandi centri urbani. In definitiva, questo documento non è da considerarsi né condivisibile né attuabile, perché mina la possibilità ed il diritto fondamentale dei cittadini molisani ad avere un'assistenza sanitaria efficace e mette in seria discussione la possibilità di avere a disposizione un sistema ospedaliero pubblico in grado di soddisfare il bisogno di cure su tutto il territorio. Non possiamo permetterci, specialmente alla luce della difficile situazione che stiamo attraversando e delle continue richieste di una popolazione composta prevalentemente da persone anziane, di accettare scelte che non tengono minimamente conto della nostra realtà territoriale che trascurino il valore dei professionisti impegnati quotidianamente e la funzionalità di strutture valide che, pur con numerose  difficoltà, hanno assicurato le cure necessarie ai cittadini molisani».

«Basta con questa politica dei tagli indiscriminati - incalza Di Sandro -  non si possono effettuare scelte strategicamente vincolanti per il nostro futuro senza conoscere,  senza rispettare, senza ascoltare le reali necessità dei cittadini molisani e denigrando le loro Istituzioni rappresentative.
Avevamo portato avanti un lavoro equilibrato ed orientato al compromesso tra le pressanti richieste romane e le necessità dei molisani; ci siamo aperti al dialogo chiedendo di essere quantomeno ascoltati; abbiamo portato avanti un duro percorso di risanamento dei nostri conti. Tutto questo non è servito, le nostre ragioni sono rimaste inascoltate. Ho avuto modo di esprimere, nei giorni scorsi, la mia perplessità sull'interra Struttura commissariale extraregionale; alla luce di questo nuovo atto, che è un colpo mortale per la sanità pubblica,  mi trovo costretto non solo a ribadire quella posizione, ma anche a chiedere che si arrivi alla ricerca di una soluzione che non passi attraverso persone che non hanno nessun interesse verso la nostra Regione ed i suoi cittadini restituendo così, anche attraverso lo sblocco delle risorse economiche, alle nostre istituzioni il diritto di scegliere e la dignità di cittadini»

«Per quanto mi riguarda - fa sapere l'Assessore - intendo porre in esserem ad ogni livello, tutte le azioni che il mio ruolo mi consente, per impedire, anche se i Ministeri dovessero approvarlo, l'attuazione di questo documento».

 

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