Proposta di legge, norme in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere

Il consigliere Nunzia Lattanzio
Il consigliere Nunzia Lattanzio

 "In data odierna, nell'osservanza dei principi costituzionali e delle disposizioni di diritto internazionale, europeo e nazionale, è stata presentata la proposta di legge rubricata 'Norme in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere'.
Su impulso dei consiglieri Nunzia Lattanzio, Salvatore Ciocca e Domenico Ioffredi, e con l'adesione dei Presidenti di Giunta e Consiglio regionale, di tutti i componenti di maggioranza e dei rappresentanti il M5S, la Regione Molise ha avviato un importante percorso di sensibilizzazione,  riconoscendo che ogni forma e grado di violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani fondamentali ed ostacola il raggiungimento della parità tra i sessi".
 
A renderlo noto è l'Ufficio stampa del Gruppo consiliare Popolari-Udeur in Consiglio regionale, che sottolinea come la Proposta di legge raccolga la sfida lanciata ad Istanbul dal Consiglio d'Europa.
Dal Gruppo dell'Udeur, attraverso una nota stampa, fanno sapere che "dopo un lungo periodo di silenzio normativo il legislatore italiano, a seguito di svariate  sollecitazioni provenienti anche dalla stessa organizzazione internazionale  - che nelle numerose raccomandazioni e risoluzioni in più occasioni ed in diversi ambiti aveva ribadito la necessità di individuare strumenti idonei ed efficaci per la tutela delle donne vittime di violenza - il 28 maggio del corrente anno ha approvato, all'unanimità, in prima battuta alla Camera dei Deputati la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica". 
 
Il testo prevede che la Regione, nel rispetto anche dei parametri europei, in collaborazione con gli enti locali, le istituzioni, il Tutore Pubblico dei Minori, la Rete regionale Antiviolenza, le associazioni e le organizzazioni tutte di acquisita  esperienza e con competenze specifiche nella materia, promuova e favorisca l'attivazione di Centri antiviolenza, di Case rifugio e di Case di secondo livello per donne vittime di violenza e loro figlie e figli minori e di apposita Linea telefonica gratuita di sostegno.
La diffusione della cultura della legalità, la formazione degli operatori chiamati nei vari settori a contrastare ogni forma di violenza in danno di donne e minori, la costituzione di equipe specializzate con competenza sull'intero territorio regionale, interventi e misure mirate ad agevolare l'azione genitoriale delle donne -senza tralasciare l'altrettanto indispensabile aspetto relativo al loro inserimento nel mondo del lavoro, mediante il coinvolgimento di enti ed organismi a ciò preposti- risultano essere alcuni tra i principali obiettivi richiamati nel dettato normativo. 
 
«L'approvazione di una legge di contrasto e di prevenzione alla violenza contro le donne - dichiara il consigliere Lattanzio -  è assai importante e fors'anche indispensabile per segnare nella nostra regione una rinnovata stagione di civiltà.  La violenza contro le donne è espressione deviata dei rapporti di forza storicamente diseguali tra sessi, un meccanismo  'malato' attraverso il quale le donne soccombono agli uomini. Nell'agenda  politica  della   nostra  Regione, questa   legge  può   entrare a pieno titolo a condizione che  alle misure normate vengano garantite risorse economiche ed intellettuali. Obiettivo finale:  il raggiungimento dell'uguaglianza di genere de iure e de facto».
 
Nell'anno in corso,  il Ministero dell'Interno rileva  "che la percentuale dei delitti contro le donne e di violazione dei loro diritti è molto alta:  il 90% delle violenze sessuali, l'81% dei maltrattamenti in famiglia, il 58% della prostituzione minorile, il 30% degli omicidi volontari hanno riguardato le donne'. I dati annuali dell'Osservatorio del Telefono Rosa, presentati a Roma lo scorso marzo, confermano che il tragico volto della violenza sulle donne è inquietante. L'autore è il marito (48%), il convivente (12%) o l'ex (23%), un uomo tra i 35 e i 54 anni (61%), impiegato (21%), istruito (il 46% ha la licenza media superiore e il 19% la laurea). Non fa uso particolare di alcol o di droghe (63%). Insomma, un uomo 'normale'. Così come normale è la vittima: una donna di età compresa fra 35 e 54 anni, con la licenza media superiore (53%) o la laurea (22%); impiegata (20%) o disoccupata (19%) o casalinga (16%), con figli (82%). La maggior parte delle violenze continuano ad avvenire in casa, all'interno di una relazione sentimentale (84%), in una famiglia normale".
 
"Va da sé - conclude la nota - che le misure sin'ora adottate in Italia risultano essere insufficienti e prive di strategia globale di contrasto alla violenza di genere. Bene quindi la programmazione di un'azione regionale di garanzia efficace  e di tutela territoriale".

 

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