Convenzione di Istanbul, in Italia ora è legge

Lembo: «Finalmente interventi strutturali e non emergenziali per la tutela dei diritti delle donne»
Lembo: «Finalmente interventi strutturali e non emergenziali per la tutela dei diritti delle donne»

E' motivo di grande soddisfazione il via libera all'unanimità da parte del Senato alla ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza alle donne. La Convenzione, già approvata dalla Camera, è ora legge.

«Si tratta della prima ratifica approvata dalle Camere nella nuova legislatura quella della Convenzione di Istanbul - afferma la consigliera di Parità della Regione Molise , Giuditta Lembo - finalmente  un impegno unitario delle forze politiche di alto valore e significato per la sempre maggiore affermazione dei diritti della donna nella società. Adesso, è prioritario proseguire nell'azione di sensibilizzazione verso i paesi partner affinché ratifichino al più presto la convenzione e ne permettano la rapida entrata in vigore».

La Convenzione in materia di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne,  è stata approvata dal Comitato dei ministri dei Paesi aderenti al Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma dall'11 aprile 2011. Si tratta del primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza.
«Più precisamente - continua la consigliera- la finalità è quella di prevenire e contrastare la violenza intrafamiliare ed  altre specifiche forme di violenza contro le donne, di proteggere e fornire sostegno alle vittime di questa violenza nonché di perseguire gli autori».
La Convenzione, che da oggi è legge in Italia, ha tra i suoi principali obiettivi l'individuazione di una strategia condivisa per il contrasto della violenza sulle donne, ma anche la prevenzione della violenza, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. La Convenzione mira inoltre a promuovere l'eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Ma l'aspetto più innovativo del testo è senz'altro rappresentato dal fatto che la Convenzione riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione.

Nella Convenzione, tra l'altro, viene riconosciuta ufficialmente la necessità di azioni coordinate, sia a livello nazionale che internazionale, tra tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella presa in carico delle vittime e la necessità di finanziare adeguatamente le azioni previste per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno, nonché per il sostegno alle vittime e lo sviluppo dei servizi a loro dedicati. 
E' prevista anche la protezione e il supporto ai bambini testimoni di violenza domestica e viene chiesta la penalizzazione dei matrimoni forzati, delle mutilazioni genitali femminili e dell'aborto e della sterilizzazione forzata. Si riconosce, infine, il ruolo fondamentale svolto dalla società civile e dall'associazionismo in questo settore.

«Il documento - precisa la Lembo - punta molto sulla prevenzione e sulla formazione, nonché la realizzazione di linee guida per arginare la strage di donne. Per queste ultime, la Convenzione riconosce il soccorso immediato. E se la mano armata dalla violenza è quella di un genitore, il provvedimento tutela il minore stabilendo la possibilità di incontri futuri solo dopo un'attenta valutazione di rischi. Uno dei primi passi fondamentali resta il riconoscimento della violenza maschile sul corpo e sulla psiche delle donne, avviando così un percorso di prevenzione per contrastarla.
La Convenzione impone agli Stati aderenti di punire, con conseguente risarcimento dei danni, una serie di comportamenti di violenza nei confronti delle donne. Ne fanno parte lo stalking, la violenza fisica, lo stupro, il matrimonio forzato, le mutilazioni genitali, l'aborto o la sterilizzazione forzati e le molestie sessuali. Importante anche il monitoraggio costante del fenomeno al fine di conoscere i veri numeri delle vittime. Secondo il Consiglio d'Europa il 25% delle donne in Europa, cioè una su quattro, a un certo punto della propria vita ha subito violenza domestica».

Il Ministro per le Pari opportunità , già dalla prossima settimana, istituirà tre gruppi di lavoro con esperti che si concentreranno su tre primi obiettivi. Un gruppo di alto livello dovrà disegnare l'Osservatorio sulla violenza di genere, visto come sistema integrato di tutte le informazioni statistiche necessarie al monitoraggio del fenomeno, individuando i gap informativi esistenti e le azioni da mettere in atto.

«Credo - conclude la Lembo - che si stia andando nella direzione giusta, finalmente verso la programmazione di interventi strutturali e non emergenziali, verso la tutela dei diritti delle donne». 

 

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