Desertificazione aree interne, interviene Petraroia

Petraroia: «Oggi c'è da costruire il POR 2014-2020 che prevede espressamente una linea strategica di sviluppo per le aree interne»
Petraroia: «Oggi c'è da costruire il POR 2014-2020 che prevede espressamente una linea strategica di sviluppo per le aree interne»

Il vicepresidente della Giunta regionale, Michele Petraroia, ha inviato una lettera al direttore della Caritas diocesana di Trivento, don Alberto Conti, al vescovo della Diocesi di Trivento, mons. Domenico Angelo Scotti, ai Comuni ricadenti nella stessa Diocesi, alle associazioni imprenditoriali ed alle organizzazioni sindacali del Molise sulla questione connessa alla desertificazione delle aree interne.
 
Questo il testo della nota:

«Nel corso della riunione tenutasi il 12 luglio all'Assessorato alle Politiche Sociali sul tema della lotta alla povertà e sulla programmazione europea 2014-2020, la CARITAS diocesana di Trivento ha consegnato agli atti le proposte allegate trasmesse nel dicembre 2001 a tutti gli amministratori locali, provinciali e regionali dell'Abruzzo e del Molise, considerandole a giusta ragione ancora attuali.
Considero corretta la provocazione della Chiesa sui temi della desertificazione delle aree interne e sulla necessità di ribaltare l'impianto culturale posto alla base del modello di sviluppo regionale che ha orientato gran parte degli investimenti e delle opportunità sull'area costiera e sull'asse Venafro - Isernia - Bojano - Campobasso - Termoli.
 

Sono pronto a riconoscere la necessità di rivedere tali scelte e verificare con le amministrazioni locali interessate e con le rappresentanze sociali, una progettualità innovativa che valorizzi i beni ambientali, le risorse culturali, le produzioni e le peculiarità delle nostre aree interne a cominciare dai comuni della Diocesi di Trivento che da anni soffrono il fenomeno dello spopolamento e dell'abbandono.
Ma con la stessa franchezza con cui la CARITAS ha voluto protocollare agli atti le proposte di sviluppo del 2001, per non perdere altri 12 anni e ritrovarci nelle medesime condizioni, ritengo utile sollecitare un cambio di passo che non tocchi solo gli amministratori, ma chiami in causa l'insieme delle rappresentanze sociali, affinché si scelga di non ripetere gli errori gestionali del passato.
 

Oggi c'è da costruire il POR 2014-2020 che prevede espressamente una linea strategica di sviluppo per le aree interne. È possibile legare i bisogni più impellenti delle comunità locali alla destinazione delle risorse? Possiamo individuare attraverso un confronto costruttivo delle risposte concrete in una pianificazione generale che trasformi i bisogni di tutela sociale, la salvaguardia ambientale e la promozione delle tipicità in opportunità di lavoro e di crescita economica?
Innanzi a noi, se escludiamo la rassegnazione, ci sono solo due strade, la protesta e la proposta.
Con la radicalità della denuncia si riuscirà ad allertare il sistema della comunicazione, nascerà il caso nazionale e per qualche istante l'agonia delle nostre comunità arriveranno sulle pagine del Corriere della Sera o di Famiglia Cristiana come già accaduto. Ma con quali esiti concreti?
Il giorno dopo i problemi restano esattamente nella stessa dimensione del giorno prima. Per questo rilancio l'unica vera opportunità che le rappresentanze istituzioni e sociali possono e debbono percorrere, che è quella del dialogo e della proposta.
 

Non nascondo che le emergenze finanziarie, gestionali, industriali e del settore sanitario, non hanno agevolato in questo primo trimestre dell'attività, il confronto con le amministrazioni locali provocando più di un'incomprensione.
Ma non per questo non dobbiamo adoperarci per incontrarci a Trivento, ad Agnone, a Frosolone per discutere di lavoro, scuola, trasporti, politiche sociali, sanità, strade ed investimenti produttivi.
Il confronto costruttivo e responsabile ci aiuterà a non perdere altri 12 anni. Ma per non sbagliare nuovamente serve un cambio di passo e un mutamento d'approccio, sia da parte della Regione che da parte di tutti i soggetti coinvolti».

 
 

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