Depuratori, perdite idriche, Fondi FERS e FSC: proseguono gli incontri con le aggregazioni dei Comuni

Nagni: «Necessari un'inversione di rotta nell'utilizzo dei finanziamenti e un afflato tra gli amministratori»
Nagni: «Necessari un'inversione di rotta nell'utilizzo dei finanziamenti e un afflato tra gli amministratori»

Continua il lavoro di dialogo e confronto con il territorio portato avanti dall'assessorato regionale ai LL.PP. al fine di individuare, di comune accordo con gli enti locali, le migliori soluzioni possibili nei vari settori di competenza.

Nell'ambito di una riunione che ha raggruppato i tecnici di tutti i Comuni aderenti al Pisu del Basso Molise (vale a dire Campomarino, Guglionesi, Montecilfone, Montenero di Bisaccia, Petacciato, Portocannone, San Giacomo degli schiavoni e San Martino in Pensilis ), l'assessore Nagni, insieme alla struttura regionale rappresentata da Giacinto Conti, dirigente  del servizio idrico integrato, e da Michelina Litterio, capo ufficio programmazione e coordinamento attuativo programmi FSC, ha affrontato ieri la questione legata a depuratori,  perdite idriche e utilizzo dei finanziamenti FSC e FESR per i quali, sulla base della vicinanza geografica, sono nate delle aggregazioni di Comuni denominate a seconda dei casi come PIT, PISU o PAI.

La riunione con i Comuni del Pisu del Basso Molise, dopo quelle già avvenute  con il Pai Sirt(capofila il Comune di Monteroduni), e con il Pai Castellelce, sarà seguita da altri incontri con tutte le aggregazioni di comuni costituite.

Un'organizzazione di lavoro, fortemente voluta dall'assessore Nagni,  avviata al fine di risolvere le criticità riscontrate dalla struttura regionale nelle richieste avanzate dai Comuni. Non sempre, infatti, risultano rispondenti e in sintonia con l'originaria natura del finanziamento e, per questo, dovranno essere in qualche modo rimodulate.


«L'obiettivo primario di questi incontri - ha sottolineato Nagni - è quello di non perdere i fondi a disposizione facendo in modo di garantire il più possibile quanto già programmato.Credo che il sistema adottato da chi ci ha preceduti  sia tutto sommato un sistema positivo; l'aggregazione di Comuni, basata sulla viciniorità, può infatti funzionare, a patto però che segua determinati parametri e che non sconfini in merito alle richieste presentate».


«Ecco perché  - ha continuato - vogliamo compiere un ulteriore passo avanti che vada oltre le divisioni delle risorse a disposizione, questione che già i Comuni, in ambito territoriale, hanno ampiamente discusso e schematizzato a seconda delle varie esigenze e dei finanziamenti a disposizione da destinare ad interventi su perdite idriche e depuratori dalla quota dei FESR».


Va detto che in tutta la regione si registrano altissime percentuali di perdita idrica. Una situazione, che per vari motivi, è difficile da tenere sotto controllo.
«Nella convinzione che  gli Enti locali siano caricati di troppe responsabilità rispetto alla questione idrica - ha detto ancora Nagni - dobbiamo, secondo me, iniziare a pensare ad un diverso sistema di gestione che provveda autonomamente a tutto, dalla captazione dell'acqua, alla distribuzione e al monitoraggio. Dobbiamo immaginare un sistema che funzioni. Ecco quale dovrà essere il nostro nuovo indirizzo.  Non è vero che i finanziamenti non ci sono , ci sono e bisogna  andare a prenderli. È necessaria,  però, un' inversione di rotta, un cambio culturale, un'analisi critica di come, fino ad ora, sono stati utilizzati i fondi a disposizione».


«Occorre fare ora attenzione - ha raccomandato  - al controllo, al monitoraggio e all'individuazione degli interventi e dei costi. I lavori iniziati dovranno essere conclusi. Ora con i fondi arrivati il problema dell'approvvigionamento si è affievolito. Se sarà necessario un ulteriore sforzo, siamo pronti a metterci in gioco, ma non sarà più possibile lasciare le opere a metà. Dobbiamo porre nuove basi per il futuro ma per fare questo, rispetto al sistema organizzativo, il rapporto tra Regione ed Enti Locali dovrà funzionare».

«Non possiamo permetterci di perdere occasioni. Ecco perché un afflato tra amministratori come patto di solidarietà, sarà l'unica strada possibile  per poter assicurare davvero uno sviluppo e un miglioramento dei servizi in tutta la regione», ha concluso l'assessore.

 

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