Brasile, Petraroia: «La bella storia di un missionario molisano»

Toquinho. Il nonno partì da Toro alla volta del Brasile
Toquinho. Il nonno partì da Toro alla volta del Brasile

«La più grande città del Molise è San Paolo del Brasile con 80 mila oriundi che, salvo rare eccezioni, hanno smarrito i contatti con l'Italia, ma sono disponibili a riprendere relazioni culturali e scambi sociali, turistici ed economici. Il Brasile è più grande dell'Europa, cresce a ritmi vertiginosi ed, insieme a India, Cina e Russia, scala le classifiche delle superpotenze più dinamiche del pianeta. Per una micro-regione come la nostra che conta meno abitanti dell'Avenida Paulista, è saggio riallacciare rapporti con le comunità molisane brasiliane per consolidare i legami e studiare innovative modalità di interscambio».
 
A parlare è il vicepresidente della Giunta regionale del Molise, Michele Petraroia, che ha fra le sue deleghe quella ai Molisani nel mondo.
 «Questi argomenti - prosegue Petraroia - sono stati al centro di un colloquio che ho avuto con un associazione italo-brasiliana impegnata a promuovere la partecipazione, di concerto con la Provincia di Isernia, di nostre imprese ad un importante Fiera internazionale che si svolgerà dal 17 al 20 luglio a Santa Catarina. Gli stessi temi sono stati trattati il 14 giugno scorso con una delegazione di San Paolo guidata da un parlamentare brasiliano, Joao Caramez, e dalla presidente dell'Associazione dei Molisani del Brasile, avv. Angela Curiati Perrella. Nella circostanza, oltre a valorizzare le opportunità di carattere commerciale con specifico riferimento al Piano di internazionalizzazione che prevede il sostegno a nostri laureati che potranno fare stage e tirocini in Brasile, ci si è soffermati anche sulla necessità di incentivare partenariati tra scuole, università, associazioni e istituzioni». 
 
«Riannodare il filo dell'emigrazione che lega storicamente decine di migliaia di oriundi alla loro terra d'origine - sottolinea il vicepresidente - è un investimento che parla al cuore e suscita emozione. Bastano gesti simbolici per far tornare a vivere questo sentimento. Lo abbiamo sperimentato recentemente con la visita di Toquigno alla casa del nonno a Toro o con gli incontri del compagno di Pelè, Rivellino, nel paese del padre a Macchiagodena».
«Ed è stato bello che Joao Caramez,  lo scorso 14 giugno, appreso dell'imminente celebrazione di 50 anni di permanenza missionaria in Brasile di Padre Libero Zappone, abbia immediatamente telefonato al suo ministro Lupersio Zerbinetti per prospettare un riconoscimento ufficiale dello Stato di San Paolo al nostro migrante», conclude Petraroia.

 

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